“Grand Hotel” di Serena Venditto è il giallo natalizio che stavamo aspettando.

Io non capisco la gente che non ci piace il Natale” esordisce l’autrice nelle prime pagine del suo succulento giallo natalizio. Ed effettivamente l’atmosfera dicembrina che si respira nel libro si addice perfettamente all’intrigo familiare che Serena Venditto ci propone: un giallo carico di colpi di scena e succulenti rompicapi, dedicato agli appassionati e ai meno ferrati sul genere, gradevole e scorrevole come il clima festoso delle feste natalizie.
L’autrice ci trascina, nel suo romanzo di recente uscita, in una delle avventure dei quattro coinquilini protagonisti della serie di romanzi iniziata con Aria di neve nel 2018: Malù, archeologa appassionata di romanzi gialli che, trascinata dalla curiosità, ogni qual volta si trova di fronte ad un enigma prende le redini della situazione e coinvolge il resto del gruppo in bizzarre avventure; Ariel, traduttrice e voce narrante, viene chiamata da Malù a fare da Watson grazie alla sua grande intelligenza, di cui è inconsapevole; Samuel, attraente e leale fidanzato di Ariel, orgoglioso delle sue radici cagliaritane ai limiti del campanilismo e infine Kobe, pianista giapponese innamorato alla follia della fidanzata, alla quale non fa mai due volte lo stesso regalo. A completare il gruppo è Mycroft, micetto dolce e ficcanaso, che porta il nome del fratello di Sherlock Holmes e accompagna i coinquilini nelle loro indagini.
Il romanzo ci presenta un arguto rompicapo da risolvere: Emiliano Marchesi, barista di un localino di Via Luca Giordano, chiede aiuto a Malù perché ha dei dubbi sulla morte della madre, avvenuta due anni prima apparentemente in circostanze non sospette. Il barista ha infatti trovato, riordinando a casa della madre, un’agenda contenente uno strano codice alfanumerico, un ritaglio di giornale e una domanda  scritta a caratteri cubitali: cosa ci facevi lì? Malù decide di indagare, ma arrivata a casa di Emiliano per recuperare l’agenda lo trova morto, strangolato da una sciarpa di lana, apparentemente per una rapina. Accorrono in aiuto Ariel e il commissario Timoteo de Iuliis, che assieme all’allegra combriccola e alla costante presenza felina di Mycroft riusciranno a risolvere l’enigma del delitto, le cui radici affondano in un passato fatto di incomprensioni e gelosie familiari.
L’ambientazione è quella familiare all’autrice: la Napoli di Serena Venditto gioca un ruolo fondamentale nella caratterizzazione del romanzo, dando al libro una solida base di tradizioni e costumi, che permettono all’opera la sua unicità ed originalità. Tra dolci tipici e addobbi, non sono solo le tradizioni napoletane natalizie a giocare un ruolo fondamentale: il capoluogo partenopeo per l’autrice non è solo il ricettacolo conservatore della tradizione, ma piuttosto un calderone di culture, dove trova spazio anche la grammatica altalenante di Kobe, il coinquilino giapponese coinvolto nelle indagini investigative di Malù e Ariel; assieme a zampognari e roccocò, la storia si appoggia quindi anche sul sostrato culturale di una città viva, che cova tra le pieghe della sua storia un lato inquietante, fatto di maldicenze, gelosie e passioni. È la Napoli che ammicca all’intrigo e che offre le strade del suo centro storico e della collinetta del Vomero a fare da sfondo per la messinscena delle passioni umane che muovono la trama del romanzo, sempre rimanendo però al di fuori di stereotipi e luoghi comuni.
Inequivocabilmente napoletano è anche lo stile: semplice, scorrevole e misurato, attraversato interamente da una nota ironica che contribuisce alla leggerezza e alla piacevolezza della lettura. L’autrice è in grado di maneggiare e modulare diversi registri linguistici, dando così voce alle più disparate tipologie di personaggio. Lo stile per l’autrice non è solo una modalità espressiva, quanto piuttosto uno strumento utile per accattivare il lettore e incollarlo alla pagina. Non manca, a questo fine, di condire l’italiano con innesti regionali, al limite del dialettale, dando alla presenza del capoluogo partenopeo un ruolo ancora più rilevante nella scrittura del romanzo.
Il libro vede la sua gestazione nel 2020, nel pieno della crisi pandemica da Covid-19. È comprensibile dunque la difficoltà, sottolineata dall’autrice nella sua nota alla fine del libro, riscontrata nella stesura del romanzo, immaginato in un’epoca in cui la spensieratezza delle strade del centro popolate di turisti, di San Gregorio Armeno gremita, dell’aria frizzante ma mai gelida di Partenope erano parecchio distanti. Il Natale 2020 non poteva essere più diverso da quello descritto da Serena Venditto, ed è per questo che l’uscita di Grand Hotel, edito da Mondadori Editore, diventa quasi un buon augurio per l’anno nuovo, affinché i tempi che verranno possano essere spensierati proprio come quelli descritti dalla sua autrice.


Giulia Imbimbo