“Il libro di Talbott” di Chuck Palahniuk è il romanzo distopico dei nostri anni ‘20

La definizione di distopia, il genere narrativo al quale si può ascrivere uno dei più recenti romanzi di Chuck Palahniuk, Il libro di Talbott, si può trovare nell’etimologia della parola: aggiungendo il prefisso negativo dis a tòpos, il greco per luogo, si ricava che il genere della narrativa distopica racconta di un luogo, di una situazione che non esiste e che non vorremmo esistesse. Si tratta di immaginare e prevedere l’evoluzione del mondo attuale in tutte le sue storture, amplificarne i difetti ed esacerbarne le contraddizioni, portare alle estreme conseguenze le ambiguità e le assurdità ad esso intrinseche. Distopia è quindi macabra lungimiranza e capacità di visione, e Palahniuk ha sempre avuto entrambe.

L’autore di Fight Club scrive quindi con Il libro di Talbott, edito in Italia nel 2019 da Mondadori, un’opera dal sapore amaro e pessimista. Negli Stati Uniti d’America di una non ben precisata epoca recente, la popolazione è in attesa del Giorno dell’Aggiustamento, che porterà un cambiamento epocale nell’assetto sociale della nazione. Ad organizzare la rivoluzione sono le catene di potere, gruppi simili a sette segrete i cui membri vengono cooptati singolarmente come in una vera e propria catena, sulla base della fiducia individuale. I loro componenti appartengono alla popolazione giovanile maschile destinata, secondo voci di corridoio che hanno le proprie radici nel complottismo popolare, ad essere sterminata in una delle ennesime guerre statunitensi in Medioriente. Organizzata per eliminare il surplus di giovani maschi, la guerra imminente intimorisce e spinge il popolo alla ribellione. A darne i fondamenti teorici è un libro nero-blu, il Libro di Talbott, una summa filosofica sotto forma di aforismi che fornisce i dogmi su cui fondare il mondo nuovo. Il misterioso guru della saggezza rivoluzionaria è Talbott Reynolds, un riccastro rapito da un giovane intenzionato a raggiungere le vette della società e disposto a imparare tutto il necessario per ottenere il suo scopo. Sotto tortura e delirando per la sofferenza, Talbott detta a Walter le regole del nuovo mondo, prodotto quindi della mente di un folle, e i precetti della Dichiarazione di Interdipendenza, indicandogli la via del successo in forma oracolare. A Walter è imposta la creazione di un sito internet, i Meno amati d’America, una lista di nomi costantemente aggiornata sulla quale campeggiano i nomi di insegnanti universitari ed esponenti dell’alta società culturale ed economica; con un sistema simile a quello delle nomination, è il popolo a decidere le sorti di chi viene nominato attraverso il sistema della votazione.

Per questo nel Giorno dell’Aggiustamento la lista sparisce: gli uomini e le donne che figurano su di essa pagano con la vita il prezzo dei loro privilegi e la rabbia della popolazione meno istruita. A testimonianza della loro uccisione, i sicari tagliano l’orecchio sinistro alle vittime, dando così prova della resa dei conti. Dopo il Giorno dell’Aggiustamento, verrà il momento della redistribuzione della popolazione sulla base di quanto sancito nella Dichiarazione di Interdipendenza: verranno creati tre stati, Caucasia, Blacktropia e Gaysia, a dominio rispettivamente bianco, nero e queer, secondo il principio per cui gli esseri umani possono convivere solo dividendosi in gruppi e mantenendo separate le proprie tradizioni, i propri usi e costumi, così da evitare l’affermazione di una cultura dominante, come è sempre accaduto nel corso della storia.

Ciò che colpisce di Chuck Palahniuk è sempre la capacità di visione, l’abilità di intuire ed immaginare scenari nuovi ma che inevitabilmente permettono a chi li legge di identificare tratti amplificati del mondo contemporaneo. Non è un caso che il genere della narrativa distopica abbia tra i suoi più grandi maestri nomi del calibro di George Orwell, noto per aver dipinto con i suoi romanzi dei quadri a tinte fosche sul totalitarismo e i suoi mostri generati dal sonno della Ragione. In questo romanzo corale, la cui trama è una fitta rete intrecciata con i fili delle storie dei suoi numerosi personaggi, Chuck Palahniuk manifesta in forma creativa tutte le sue preoccupazioni nei confronti della società che gli sta intorno. Ogni elemento che caratterizza strutturalmente e politicamente il tessuto sociale viene stirato, allungato fino alle conseguenze estreme, fino a tirnarne fuori le contraddizioni intrinseche. Un esempio tra tutti è la lista dei Meno amati d’America, un’esasperazione dei meccanismi marci che regolano i social network: è il luogo dell’odio estremo, fino alla morte, nei confronti dell’istruzione e della competenza, il posto dove riversare il proprio malcontento e dare atto al mondo della distanza percepita nei confronti della difficoltà, in un mondo teso alla semplificazione. Nel mirino di Palahniuk cade l’Occidente con le sue ossessioni: l’accumulo di potere e di denaro, ad esempio, che nel libro si prova ad impedire attraverso soluzioni radicali. Il valore del denaro viene reso temporaneo, e le nuove banconote vengono distribuite solo a chi ha partecipato al Giorno dell’Aggiustamento, quindi alle catene di potere, creando un sovvertimento nella dialettica servo-padrone che aleggia come uno spettro in tutto il romanzo. Poi c’è la divisione della popolazione per etnia e cultura, che è lo specchio di un’umanità che rinnega il valore della diversità in nome di una presunta convivenza civile. Il nuovo secolo sancisce l’età della lotta per i diritti civili, ma sarà l’essere umano in grado di tenere fede alle promesse di una società più equa e giusta? Considerato il ruolo svolto dai media nella propaganda dei messaggi di tipo sociale, è facile nel nuovo mondo creare, a partire da intenti più che condivisibili come quello della pace, una nuovo regime autoritario, in aperta opposizione alle istanze che avevano dato le mosse alla rivoluzione.

Il libro di Talbott è quindi come un compendio delle sfaccettature dell’animo umano, scosso da rabbia e rancori covati dentro chi si percepisce vittima e non protagonista della Storia, raccontate dalla penna virtuosa di uno dei maestri della letteratura contemporanea.

 

GIULIA IMBIMBO