Piccolissimo testamento. Editoriale di congedo in cui non userò la parola ultimo.

Il 2 gennaio 2023 va in stampa il numero con cui termina fin qui il viaggio di Mosse di Seppia, una rivista di poesia che si è seduta in un posto più che libero quando fondammo la redazione. Ha dato a Napoli quella che per diversi anni è stata l’unica rivista di poesia ufficiale che questa città potesse avere, con le
caratteristiche fisiologiche di una creatura nata senza supporto ad essa esterni, con alle spalle una affollata storia di periodici di settore che ci lasciavano quasi tutti alle porte della crisi del mercato editoriale e della carta.
Sapendo di non poter dare voce alle opinioni di tutti e d’altronde facendo solo il mio dovere di direttore del giornale scrivo questo editoriale ma non userò la parola ultimo.
Quando abbiamo fondato la redazione eravamo ben consci di non star inventando nulla, né un cartaceo di poesia né l’editoria non a pagamento per gli autori. Non eravamo i primi a fare un periodico di settore, non siamo gli ultimi oggi a occuparcene. Rispetto a quasi dieci anni fa i giornali di poesia e soprattutto quelli online si sono moltiplicati, questo meraviglioso mondo ha fatto tanti tentativi di tirarsi su, di dare un senso all’aggregazione divorata dalla parziale illusione e soddisfazione che può dare solo il virtuale, il remoto, l’impalpabile senso di precarietà che se vissuto in condivisione non provoca scoramento e senso di sconfitta. Finché siamo stati insieme come redazione siamo stati forti contro la dispersione dello spirito di comunità poetica. Ci siamo tenuti stretti alle nostre identità individuali, cercando una cifra d’espressione collettiva, come in un coro. Non scriverò ultimo perché MDS è stato un immenso tentativo, di fare tanto che non sto qui a riportare in uno sterile elenco; non dirò ultimo perché so che ci sono persone e realtà collettive che hanno trovato giovamento nel nostro incontro. C’è chi ad esempio il momento prima leggeva libri e sognava di pubblicarne uno proprio, e si è trovato poi nella nostra antologia Versi Vegetali, abbracciato da un più grande sogno. Non scriverò ultimo perché so che tra le persone di redazione, tra i collaboratori e chi ci ha supportato ci sono tanti che reputano questo uno degli infiniti tentativi che nella loro vita faranno con rispetto e dedizione.
Non scriverò ultimo perché questa esperienza di rivista letteraria lascia amore e interesse verso un mondo che ha ancora bisogno di contributi disinteressati da parte di ognuno. E mi congedo da essa ricordando il piccolissimo testamento di cui può essere stata capace Mosse di Seppia, fatto di innumerevoli grazie ai redattori, ai collaboratori, ai poeti, ai librai, ai bibliotecari e agli editori, a Homo Scrivens, alle associazioni e alle cooperative, ai giornalisti, ai grafici, agli editor, ai correttori di bozze e ai tipografi.
La rivista online resterà accessibile e visibile fino allo scadere delle condizioni di acquisto del dominio, il cartaceo invece ancora una volta vincerà. «Non fate troppi pettegolezzi».

Annalisa Davide