Non so se posso avere
delle unghie così lunghe
sul cui smalto si riflette
la mia bocca ammutolita
In un giorno ho pianto
per ogni cattiveria del mondo
mentre sfregavo la lima
seduta in cucina
In che lingua tradurrei
le parole che non dico
è un dubbio che mi segue
da quando uscii dalla mia stanza
anni e anni fa
——————————————–
Oltre al cielo e ciò che rimaneva
vi erano i bisbigli
incomprensibili
sospesi a mezza corda
tra l’uscio e l’entrata
che non mi permettevano d’andare
Procedevo nel concerto
dei miei pensieri senza senso
un guaito un’osservanza
ed una dedica alla luna
Cadenzavano al rintocco
delle nocche sulla porta
ricordando ancora ancora
il funerale della nonna
La parata si arrestò
e subitissimo fu giorno
ricordando ancora ancora
che oltre al cielo e al tramonto
rimanevano sospesi
gli altri lunghi miei pianti.

————————————————-
Credendo di fare un torto a Dio
calpestai tutti i fiori della radura
Dalla suola si alzava ad ogni passo
nube velenosa dell’odio dell’uomo
poggiandosi al suolo procreando ancora
sospeso in cielo divenendo ponente
Che cosa s’ha da fare
domandai stupito
al cane dell’uomo che mi era accanto
la vita è diventata improvvisamente una
scelta
La voce che ci perseguitava
era ancora quella della radura
trasportata sul dorso della chimera
che ci veniva dietro
Dove vai ancora? Torna sulla costa (marina)
che ti generò
Ma la bestia non capiva
la mia lingua,
sebbene tutti noi comprendessimo
la sua
————————————————————–

I mostri miei vicini
questa notte hanno parlato,
hanno detto che da adesso
sono rimasto solo.
Hanno detto “non bussare,
da stasera ce ne andiamo.”
Sono spariti poi nel buco
che hanno aperto tempo fa
quando vennero nascosti
nella stanza accanto a me

Filo rosso – Illustrazione di IoCentroconCleffa

Related Posts