Antenati
Dopo tanta pioggia
vedo finalmente
spuntare il sole
alle spalle di antichi
palazzi: antenati
che ci sopravvivono.
Oceano
Da qualsiasi punto
lo si guardasse,
l’oceano era immenso
e profondo:
la futura tomba
di chi si abbandonava
tra le sue onde.
Impiegai molto tempo
a circumnavigarlo tutto:
prima come sabbia
incenerita dal sole,
poi come corallo
crocifisso sui fondali,
infine come cadavere
trasportato a riva
in attesa di una degna
sepoltura.
Dammi un nome
A volte non ricordo niente di me.
In decine d’anni alla volta
svanisce la mia vita. E ancora fisso
lo stesso punto di partenza.
Antonella Monti
Sono nuvola nel cercarti
e pioggia nel trovarti.
Come fiore rinasco per essere
contemplato e accarezzato,
poi all’ignoranza abbandonato.
A ogni tuo passo scaturiscono
minuscoli germogli simili a me:
dammi un nome, sennò morirò.
Specchio dell’anima
Gli occhi guardano limpidi,
la bocca dice: Ancora!
Non basta? Perché dice
“ancora” la vostra bocca?
Annie Vivanti
Posso baciarti, Anna?
No, rispose,
ma poi lo stesso mi baciò.
Che cosa vide negli occhi miei
mentre si avvicinava?
Sé stessa: specchio dell’anima.

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Quattro poesie molto diverse tra loro: la prima è semplice ma ha un significato intenso, la seconda è molto attuale. Le ultime due sentimentali: romantica una, sensuale l’altra.
Un autore che sa giocare con le parole.
Questo brano di Marco Candela ha una particolarità che mi colpisce molto: esso ha la capacità di narrare eventi in apparenza comuni ma che nascondono una complessità tipica di chi conosce la poesia.
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