Il filo d’argento

Ho teso un filo d’argento
tra il sonno e la veglia,
tra la Terra e le Pleiadi,
mi muovo come si muove il mare
oscillando in silenzio profondo
tra il passo e il volo:
sul filo il peso del corpo
sul corpo il peso del cuore
sul cuore il peso del mondo.

Mi risveglierò

Mi risveglierò
sconfinata di mattini chiari
felice, senza nulla sapere
se non il corpo
e respirando gocce di luce
finalmente, di me e di ogni cosa
mi dimenticherò.

La parola “io”

Nel silenzio, a volte
mi sorprendo a sussurrare
la parola “io”
Due lettere, due vocali.
Potere della parola:
piccolissima racchiude
intatto
l’universo dell’identità.
Io chi? Mi domando.
Soluzione di continuità
nella risposta:
io è pronome personale d’illusione.

Disobbedisco

All’ordine impartito
dal capo
senza stoffa né divisa
a chi mi crede merce in saldo
o vuole far di me
ignobile mercante
della sua stessa carne
e di parole
a chi mi vuole zitta
a camminare in fila
come soldato disarmato
con in braccio non il fucile
ma una bandiera bianca di sconfitta
a chi mi vuole morta
ma finge di augurarmi lunga vita
agli sciacalli
che seguono la traccia del mio passo
ai consigli non richiesti
dati sempre a fin di bene
più feroci e duri e azzardati
di una lama di coltello
che mi passa tra le dita
a chi mi giudica
qualunque sia il giudizio
perché condanna o assoluzione
in egual misura patisco
a tutto questo
mi ribello
alzo la testa
e disobbedisco.